domenica 31 ottobre 2010

Kahlil Gibran - selezione -


L’altro
Il tuo prossimo
è lo sconosciuto che è in te, reso visibile.
Il suo volto si riflette
nelle acque tranquille,
e in quelle acque, se osservi bene,
scorgerai il tuo stesso volto.
Se tenderai l'orecchio nella notte,
è lui che sentirai parlare,
e le sue parole saranno i battiti
del tuo stesso cuore.
Non sei tu solo ad essere te stesso.
Sei presente nelle azioni degli altri uomini,
e questi, senza saperlo,
sono con te in ognuno dei tuoi giorni.
Non precipiteranno
se tu non precipiterai con loro,
e non si rialzeranno se tu non ti rialzerai.


Occhi

Lo spirito in ognuno di noi si manifesta negli occhi,
nell'espressione e in tutti i movimenti e i gesti del corpo.
Il nostro aspetto, le nostre parole,
le nostre azioni
non sono mai più grandi di noi stessi.
Giacché è l'anima la nostra dimora,
gli occhi ne sono le finestre
e le parole i messaggeri.


Farò della mia anima uno scrigno
per la tua anima,
del mio cuore una dimora
per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro
per le tue pene.
Ti amerò come le praterie amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come la valle
canta l'eco delle campane;
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta
la storia delle onde.

Sofferenza

Il tuo dolore è lo spezzarsi del guscio
che racchiude la tua capacità di comprendere.
E se potessi mantenere il cuore
sospeso in costante stupore
ai quotidiani miracoli della vita,
il dolore non ti sembrerebbe
meno meraviglioso della gioia;
e accetteresti le stagioni del tuo cuore,
come hai sempre accettato
le stagioni che passano sui tuoi campi.

Magia della vita

In un campo ho veduto una ghianda:
sembrava così morta, inutile.
E in primavera ho visto quella ghianda
mettere radici e innalzarsi,
giovane quercia verso il sole.
Un miracolo, potresti dire:
eppure questo miracolo si produce
mille migliaia di volte
nel sonno di ogni autunno
e nella passione di ogni primavera.
Perché non dovrebbe prodursi
nel cuore dell'uomo?

Non rinunciare

Non rinunciare alla speranza,
non abbandonarti alla disperazione
a causa di ciò che è passato,
giacché rimpiangere l'irrecuperabile
è la peggiore delle umane debolezze.

Biografia

Kahlil Gibran - poeta, pittore e filosofo - nacque nel 1883 nella città di Besharri in Libano. Da ragazzo, con la madre e i fratelli emigrò a Boston dove studiò e poi iniziò la sua carriera di scrittore. I suoi libri, scritti in arabo e in inglese, sono stati tradotti in venti lingue. Il suo libro Il Profeta è uno dei libri più letti del XX secolo. Ciò che Kahlil Gibran ci ha lasciato è la potenza delle sue parole che continuano a ispirare coloro che desiderano ardentemente la pace e che ricercano l’amore e la giustizia. Gibran morì a New York il 10 aprile 1931. Prima della sua morte, aveva espresso il desiderio di essere sepolto nel suo luogo natale, Besharri, e così avvenne l’anno successivo alla sua scomparsa. Per celebrare il centesimo anniversario della nascita del poeta, Washington gli ha dedicato un Memorial Garden. Nel giardino è stata posta una sua statua in bronzo e panchine di pietra su cui sono riportati brani dai suoi scritti.

Amo molto la Poesia di


domenica 24 ottobre 2010

Rimbocchiamoci le maniche !



Un anno da segretario, fai la tua domanda a Bersani
contributo inviato da redazionepd il 21 ottobre 2010
Il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, incontrerà i giovani del PD lunedì 25 ottobre, alle ore 16,30, al Tempio di Adriano (piazza di Pietra, a Roma).

L’appuntamento, che si svolge ad un anno esatto dalle primarie, sarà l’occasione per fare il punto sul partito e per confrontarsi sui principali temi dell’attualità politica.

Il segretario del Pd incontrerà 150 giovani del partito e risponderà alle loro domande.

L’iniziativa sarà trasmessa in diretta tv su Youdem, canale 813 di Sky, e in streaming sul sito www. Youdem.tv.

Inviateci le vostre domande da fare a Pier Luigi Bersani o con un commento a questo post o inviando un sms al 345.6504116

sabato 16 ottobre 2010

Uniti contro la fame 16 ottobre 2010


Oggi è la giornata mondiale della fame nel mondo. Una fame che continua ad aumentare. Attualmente un miliardo di persone nel mondo soffre di fame cronica.
Evidentemente i provvedimenti fino ad oggi intrapresi dagli organismi internazionali sono stati insufficienti...in alcuni casi addirittura controproducenti per aver privilegiato una logica di mercato non più sostenibile.

Celebriamo questa giornata con l'invito ai nostri governi ad agire in modo incisivo, nella considerazione che come singoli cittadini poco possiamo fare.

"In direttaNotizie
Ministero
30.09.2010
Giornata mondiale dell'alimentazione 2010, 'Uniti contro la fame'.
Il 16 ottobre ricorre l'annuale appuntamento indetto dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao). L'amministrazione dell'Interno si mobilita per sostenere la sottoscrizione di una petizione contro la fame nel mondo


'1billionhungry' è il progetto con il quale l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) si prefigge di raggiungere, entro il mese di ottobre, l'obiettivo di un milione di firme a sostegno della petizione contro la fame, in coincidenza con la Giornata mondiale dell'alimentazione, in calendario il 16 ottobre.

'Uniti contro la fame' è, infatti, il tema scelto come filo conduttore delle manifestazioni in programma per l'appuntamento annuale, giunto quest'anno alla sua IX edizione, per riconoscere gli sforzi compiuti contro la fame a livello nazionale, regionale e internazionale.
Un contributo concreto e significativo è quello dell'amministrazione dell'Interno che sostiene l'iniziativa attraverso il coinvolgimento dei propri uffici centrali e periferici, in particolare le prefetture. Ciò per dare la massima divulgazione alla raccolta di firme che potrà essere effetuata collegandosi al sito web www.1billionhungry.org.Già aperte le celebrazioni ufficiali italiane, che si svolgeranno fino a dicembre e vedranno la partecipazione di amministrazioni dello Stato, enti pubblici e privati, oltre alle tre organizzazioni del polo agro-alimentare delle Nazioni Unite, Fao, Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) e Programma alimentare mondiale (Pam)."

martedì 12 ottobre 2010

Séraphine de Senlis



Séraphine de Senlis esce dall’oblio.

Nel 2008 attraverso un mostra dei suoi quadri al museo Maillol di Parigi e due biografie, la prima ad opera di Alain Vircondelet “ De la peinture a la folie”, la seconda della psicanalista Francoise Cloarec “Séraphine , la vita sognata di Séraphine de Senlis”, esce dall’oblio la vita e l’opera di una donna semplice e sfortunata vissuta in Francia durante l’occupazione nazista.

Séraphine, come migliaia di internati negli ospedali psichiatrici, muore di abbandono e di stenti nel manicomio di Clermont nel 1942 all’età di 78 anni.
Durante l’internamento Séraphine non dipinge, aveva però espresso il suo genio di artista povera e stramba in un altro tempo, quando di giorno sfregava i pavimenti delle case dei ricchi di Senlis, e di notte – al lume di una lampada a pertrolio- dipingeva su tavolette di legno, con colori creati da lei stessa, olio sottratto dai lumi della chiesa, terre e sangue di animali, succo di frutti della natura…
obbedendo a visioni e voci che le imponevano di dipingere.
Il suo regno segreto era la natura, grandiosa e spesso minacciosa, fonte di ispirazione per riprodurre sulle sue tavole una silente follia libera da ogni costrizione.

In Italia usciranno quasi in contemporanea un film del regista Martin Provost “Séraphine”, già premiato in Francia con 7 premi César ( dal 22 ottobre), e il libro di Francoise Cloarec (dal 27 ottobre ed. Archinto).

Triste che una grande, singolare artista, debba essere conosciuta e apprezzata solo ora…ancora più triste l’amara constatazione che mentre il dolore e la libertà la spingevano a dipingere, la forzata reclusione abbiano spento irrevocabilmente il suo poderoso talento!

domenica 10 ottobre 2010

Una gioia incontenibile!



Una gioia incontenibile è quella che provo alla notizia che finalmente, prima del previsto, i 33 minatori imprigionati nella miniera del Cile potranno rivedere la luce e riabbracciare le loro famiglie.
Si tratta di uomini, lavoratori coraggiosi che non hanno ceduto allo sconforto per una situazione che sembrava senza speranza.
Abbiamo bisogno ogni tanto di una buona notizia! Rallegriamoci!

"Per i trentatré minatori intrappolati in Cile nella miniera di San Josè, a 700 m di profondità, potrebbe esserci una svolta tra una settimana. Infatti, la loro liberazione sembra vicina, in quanto è stato ultimato il primo pozzo di soccorso che potrebbe entrare in funzione già mercoledì prossimo.

La ripresa delle operazioni di salvataggio dei minatori in Cile, dopo la falla, proseguono. L’escavatore T-130, che è all’azione su uno dei tre pozzi di soccorso, è arrivato a 535 m di profondità; mancano per raggiungere l’obiettivo, ancora 90 m.

Il ministro delle Miniere cileno, Laurence Golborne, ha garantito che entro sabato sarà ultimato il pozzo di soccorso e che ci vorranno almeno altri due, tre giorni per riportare in superfice i trentatré minatori."http://job.fanpage.it

giovedì 7 ottobre 2010

Poesia di Tahar Ben Jelloun



Sono venuto nel tuo paese con il cuore in mano
Espulso dal mio
Un pò volontariamente e un pò per bisogno
Sono venuto
Siamo venuti per guadagnarci da vivere
Per salvaguardare la nostra sorte
Guadagnare il futuro dei nostri figli
L'avvenire dei nostri anni già stanchi.
Guadagnarci una prosperità che non ci faccia vergognare,
il tuo paese non lo conoscevo
E' un'immagine...
Un miraggio, credo, ma senza sole...
Siamo arrivati qui ad informare, con un canto di follia nella testa...
E già la nostalgia e i frammenti del sogno...
Sopravviviamo tra l'officina o il cantiere e i pezzi del sogno,
il nostro cibo, la nostra dimora.
Dura l'esclusione.
Rara la parola rara la mano tesa.

Che dire? Nel mondo che conosciamo, nel nostro paese dilaniato da lotte continue per il potere può esserci ancora posto per chi sta peggio di noi e si aspetta una "mano tesa? E' un pensiero che mi assilla...non trovo risposte.

venerdì 1 ottobre 2010

Tahar Ben Jelloun


Tahar Ben Jelloun è uno degli autori marocchini più conosciuti in Europa. Nasce a Fèz il giorno 1 dicembre 1944 dove trascorre la sua giovinezza. Ben presto, però, si trasferisce prima a Tangeri, dove frequenta il liceo francese, e poi a Rabat. Qui si iscrive all'università "Mohammed V" dove si laurea in filosofia.

Intorno ai primi anni '60 Ben Jelloun inizia la sua carriera di scrittore ed è in questo periodo che partecipa attivamente alla stesura della rivista "Souffles" che diventerà uno dei movimenti letterari più importanti del Nord-Africa. Fa la conoscenza di uno dei personaggi più importanti del momento, Abdellatif Laâbi, giornalista e fondatore di "Souffles", da cui trae innumerevoli insegnamenti e con cui elabora nuove teorie e programmi.
Contemporaneamente porta a termine la sua prima collezione di poesie intitolata "Hommes sous linceul de silence" che viene pubblicata nel 1971.

Dopo aver conseguito la laurea in filosofia si trasferisce in Francia dove frequenta l'università di Parigi. Qui ottiene il dottorato realizzando uno studio sulla sessualità degli immigrati nord-africani in Francia, studio da cui, intorno alla seconda metà degli anni '70, scaturiranno due testi importanti quali "La Plus haute des solitudes" e "La Reclusion solitaire". In queste due opere si sofferma ad analizzare la condizione degli emigrati magrebini in Francia che, fuggiti dal proprio paese con l'intento di cambiare vita, di migliorare la propria posizione sociale, sono diventati i nuovi schiavi di antichi padroni.

Pian piano la sua voce comincia a farsi sentire ma l'eco di queste parole si farà più intenso e penetrante con la pubblicazione di due opere importantissime quali "L'Enfant de sable" e "La Nuit sacrée", quest'ultima vincitrice del premio Goncourt che lo ha designato quale scrittore di fama internazionale. Da allora i suoi testi sono diventati sempre più numerosi mentre il genere letterario in cui si è distinto si è diversificato nel tempo.

Ha scritto novelle, poesie, opere teatrali, saggi, riuscendo ad apportare in ognuna delle sue opere elementi innovativi rispetto alla tradizione a cui egli stesso guardava e, contemporaneamente, la sua scrittura si è evoluta di giorno in giorno. Le tematiche trattate sono molteplici ma si basano tutte su argomenti scottanti e sempre attuali come l'emigrazione ("Hospitalité française"); la ricerca d'identità ("La Prière de l'absent" e "La Nuit sacrée"), la corruzione ("L'Homme rompu").

Diversa è anche l'ambientazione delle storie tant'è vero che dal Marocco di "Moha le fou", "Moha le sage", o "Jour de silence à Tanger", si passa a testi ambientati in Italia ed in particolare a Napoli ("Labyrinthe des sentiments" e "L'Auberge des pauvres"). A questa lunghissima lista di opere ne va aggiunta una, più recente, "Cette aveuglante absence de lumière" che, nonostante le critiche ne abbiano accompagnato la pubblicazione, ha impressionato il pubblico per la sua forza, per la sua scrittura che pare aver raggiunto in queste pagine il suo punto più alto.
Testo originale a cura di Ester Di Bello

Poesia di Tahar Ben Jelloun

Sappi che ogni faccia è un miracolo.
Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche.
Nn hanno importanza bellezza o bruttezza:
sono cose relative.
Ogni faccia è un simbolo della vita,
...e ogni vita merita rispetto.
Nessuno ha il diritto di umiliare un'altra persona.
Ciascuno ha diritto alla sua dignità.
Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello,
di meraviglioso,
di diverso e di inatteso.
Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità.


Tahar Beb Jelloun è tra i miei scrittori preferiti.
Immagino che molti dei miei ospiti lo conoscano e lo apprezzino, ma non posso fare a meno di condividere con altri ciò che mi emoziona.ele