martedì 29 giugno 2010

La "Voce" di Jolanda Catalano


Radici

La voglio cantare
la storia del Sud,
del sole che frusta
le croste annerite
di vecchie ferite
intrise di pianto.
E mio nonno danzava
all’ombra di un mandorlo
e la vigna spandeva
sapore di mosto
nel tacito autunno
che sbiadiva l’estate.
E ancora la sento,
oscillare nel tempo,
la forza ostinata
di chi nulla ormai teme,
di chi tutto ha già visto
e le zolle indurite
rimpiangono braccia
di uomini veri,
testardi macigni
di generazioni.
Ma nel vento si perdono
granelli di polvere
e miserabili, oggi,
le labbra si bagnano
di vino e di sangue
in unica coppa.
E questo sole che secca
le fragili attese,
mi chiedo se un giorno
potrà mai ferire
gli strabici occhi
di chi forte si crede
a calpestare radici
della sua provenienza.


Ancora qui

Ancora qui
si passa il pane porta a porta
e profumano il gelso e il limone
e la superba ginestra al Corpus Domini
tesse di luce tenera un tappeto.
Il freddo metallo dei computers
non ha del tutto corroso i nostri cuori
peccato però che qui si muore
girando appena un angolo di strada.


Lasciala la mia finestra sulla strada

Lasciala la mia finestra sulla strada
ch’io veda ancora scorrere la notte
tra fiamme azzurre e bianche di languore
e mormorii di voci sulla pelle.
Lascia ch’io scorga là dove si posa
il raggio vellutato di silenzi,
memorie d’ombre attinte dal passato
veloci come guizzi di pensieri.
Ancora ha sete la notte di preghiere
mute e profonde nel vento di parole
dalla finestra al cielo formulate
cresciute in seno al ventre del dolore.
Lascia la poca luce che m’investe
Dei raggi trasparenti della luna,
lascia ch’io oda i passi delle stelle
seta frusciante prima del chiarore.
Lascia,
lascia che tutto si trasformi
nell’armonia silente della notte
e che la goccia mi diventi fiato
e che il silenzio mi traduca note.

Da Alternanze – Calabria Letteraria Editrice 1996

Nelle liriche di Jolanda c'è la forza prorompente della Vita...Jolanda canta la vita con voce possente, anche i sussurri colpiscono con la forza di indomite urla.
Grazie, Jolanda per esserci!

venerdì 25 giugno 2010

Georgia O'Keeffe e i suoi fiori



- «Tutti noi abbiamo a che fare con i fiori. Allunghiamo le mani per toccarli, ci chiniamo per odorarli o li doniamo a qualcuno per fargli piacere. Ma di rado ci concediamo il tempo di osservarli davvero. Ho dipinto ciascun fiore come appare a me, e l' ho dipinto grande in modo che anche gli altri vedessero ciò che vedo io». Sono parole di Georgia O' Keeffe, la leggendaria pittrice americana, nata nel 1887 e scomparsa nel 1986.
I fiori di Georgia sono grandi e bellissimi, sono stati definiti"allusivamente erotici", a me piacciono, perchè amo i fiori, amo la pittura che ritengo una delle espressioni più autentica dell'animo, infine perchè ogni immagine mi trasmette comunque qualcosa.

Una breve descrizione dell'attività artistica di Georgia O'Keeffe:

"Georgia O'Keeffe è una delle figure di maggior spicco dell'arte americana del '900. A lei va il merito di aver contribuito ad emancipare la pittura americana dall'influenza e sudditanza nei confronti dell'arte europea, tramite un linguaggio originale, forte di stimoli per una nuova generazione di artisti. In secondo luogo ha avuto il merito di essere riuscita ad imporsi in un mondo fino ad allora appannaggio degli uomini, in virtù di una grande personalità, lontana dagli stereotipi in cui veniva compressa la creatività femminile, ma distante anche da ogni rivendicazione femminista.

[.....]I soggetti raffigurati nelle sue tele non sono "nature morte", i fiori perdono la loro riconoscibilità, diventano "paesaggi antropomorfi", pieni di anfratti, valli, cascate: immagini di grande sensualità e suggestione".

Le note sono tratte da http://www.artdreamguide.com/

lunedì 21 giugno 2010

Giornata mondiale contro la sla 21 giugno 2010



Sclerosi laterale amiotrofica: tutti a Roma per la Giornata Mondiale
Pubblicato da Lucrezio.Bove in Malattie, News Mediche.
Giovedì, 17 Giugno 2010.

"Il 21 giugno si celebrerà a Roma la Giornata Mondiale di Sensibilizzazione sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA). L’iniziativa è promossa e organizzata dall’International Alliance: l’organismo internazionale che coinvolge le principali associazioni dedicate alla malattia sparse in tutto il mondo. Tra queste c’è anche l’italiana AISLA (l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), che partecipa all’evento sin dalla prima edizione del 1997. Per l’occasione sono previste diverse attività, per informare sul problema, ma anche per permettere a malati e parenti di far sentire la propria voce."

Della sla si parla poco e male, non si dice che questa terrificante malattia è in costante aumento, si tace sugli effetti devastanti che ha sul corpo (paralisi progressiva della muscolatura volontaria, respirazione tramite ventiloterapia e nutrizione per mezzo della peg - vale a dire un tubo che entra direttamene nello stomaco-) soprattutto non si evidenzia che il paziente resta perfettamente "lucido e consapevole" -senza la possibilità di esprimesi, fino alla fine...
Non si dice che lo Stato fornisce un sostegno minimo e insufficiente in termini di assistenza al paziente e alle famiglie che vengono letteralmente "sconvolte" da un evento che assume nella loro vita le connotazioni di un vero e proprio tzumani.
Solo chi è direttamente coinvolto può comprendere il dolore e la solitudine che si può sperimentare quando in famiglia c'è un malato di sla...
Solo chi deve "leggere" lo sguardo di un caro ammalato può comprendere il significato di parole come "rabbia e impotenza" e il coraggio che si deve avere per non porsi domande che non trovano risposte, in un continuo sforzo di mostrare una serenità che non si vive.
I nostri ammalati di sla hanno diritto a tutta l'assistenza domiciliare che uno Stato civile e democratico dovrebbe fornire.
Hanno diritto all'amore di parenti e amici per trovare un senso alla loro esistenza.
Non mi aspetto molto da queste giornate dedicate, solo una presa di coscienza da parte delle Istituzioni che dovrebbe essere sempre e comunque dalla parte dei più deboli e indifesi, senza proclami e ricerca di visibilità, con atti concreti!

lunedì 14 giugno 2010

Marguerite Barankitse : l'Angelo del Burundi


foto tratta dal web


Dal Venerdì di Repubblica – della scorsa settimana- ho appreso la storia, incredibile, di una donna africana che è riuscita a realizzare per i bambini del suo paese un’opera colossale.
Marguerite è stata insegnante presso il vescovado di Ruiygi in Burundi.
La sua vita è cambiata una mattina di ottobre del 1993, quando, a Ruyigi, nel Burundi precipitato nella guerra civile e sconvolto dall'odio tra etnie, settantadue persone sono state massacrate sotto i suoi occhi. E poi, come in un miracolo, ha visto la sua figlioccia, Chloe, rifugiarsi tra le sue braccia, sopravvissuta all'inferno "in quel momento - dice Maggy Barankitse - ho capito che l'odio non poteva vincere". Ha iniziato quel giorno, prendendo con sé i venticinque bambini scampati alla strage. In un mese erano già più di duecento. Piccoli traumatizzati, feriti, violentati, sofferenti di gravi forme di insonnia, ossessionati dalle immagini di vicini diventati improvvisamente carnefici.
Incurante delle minacce alla sua stessa vita, Maggy ha scelto di vivere con loro, con i bambini di ogni gruppo etnico e nazionalità. Testimone delle stragi, a causa del suo impegno, Maggy Barankitse è stata più volte minacciata di morte. Nonostante ciò, ha promosso nel suo paese la pace e la riconciliazione, fondando la Maison Shalom. La sua attività è stata un seme di speranza e un esempio per tanti. Grazie a lei, molte altre case di accoglienza sono nate in tutto il Burundi per assistere gli orfani, tra i quali anche gli orfani dell’AIDS. Oggi sono oltre 10.000 i bambini salvati da Maggy.
Per il suo impegno umanitario ha ricevuto molti riconoscimenti internazionali tra cui: il Premio Nobel dei bambini (Stoccolma, 1993); la Laurea in Legge honoris causa presso l’Università di Lovanio (Belgio, 2004); il premio Nansen per i rifugiati (2005).
-Una sua bibliografia è stata recentemente scritta da una giornalista francese: Christel Martin. Il libro è stato pubblicato con il titolo La haine n’aura pas le dernier mot (cioè L’odio non avrà l’ultima parola). In Italia il libro è stato tradotto e pubblicato con il titolo Madre di diecimila figli.-
Per dieci anni Marguerite ha continuato ad accogliere bambini, inizialmente erano solo 25, poi duecento, poi diecimila… poi non si è più fermata ,ed è diventata mamma Maggy.
Nel frattempo ha ricevuto una pioggia di riconoscimenti internazionali che ha saputo tramutare in aiuti umanitari ed è questo che le consente di continuare ad occuparsi dei suoi figli.
In questi giorni mamma Maggy è in Italia per intervenire al festival Suq di Genova e a una serie di eventi letterali, musicali e teatrali in programma dall’11 al 24 giugno in occasione del Festival delle culture nell’area del Porto Antico.
Durante questo evento l’angelo del Burundi potrà parlare dei suoi diecimila figli oggi adolescenti o già uomini , nutriti, istruiti, con un lavoro che può contribuire alla crescita del loro martoriato paese.

Da notizie recenti sembra che lo stesso Festival delle culture sia in pericolo a causa dei "tagli" operati dalla manovra...speriamo che Maggy possa avere lo spazio che Le spetta! Abbiamo tutti bisogno di testimonianze incoraggianti...come mamma Maggy voglio credere che "l'odio non avrà l'ultima parola"!