giovedì 25 giugno 2009

Continua la repressione a Teheran


Nuove manifestazioni, la polizia interviene con durezza
Un nuovo video mostra la morte di un manifestante negli scontri a
Teheran, torna la protesta
La Cnn: "La polizia spara"
La denuncia dei blogger: "I familiari di Neda sono spariti"
La Casa Bianca non invita i diplomatici iraniani per il 4 Luglio

TEHERAN - "Una violenta repressione è in corso a Teheran". L'edizione online della Cnn, fornisce i dettagli di quello che - dalle cronache - sembra essere un massacro. E lo fa con parole drammatiche: "Le forze di sicurezza colpiscono con bastoni e armi da fuoco i dimostranti che hanno provato a radunarsi in una piazza di Teheran per continuare le proteste". E un nuovo video diffuso su internet mostra un ragazzo ucciso negli scontri. Il ragazzo viene trascinato sanguinante tra le urla della gente: gli occhi sono sbarrati e intorno a lui sono scene di disperazione.

La repressione. Il ministero dell'Interno iraniano non ha concesso l'autorizzazione per raduni di protesta che dovessero essere tenuti domani in segno di lutto in Iran per commemorare i manifestanti uccisi nei giorni scorsi.

Le notizie dai blogger. Tramite il web, e in particolare su Twitter e Facebook, da Teheran arrivano notizie di violenze da parte delle forze di sicurezza. A partire dal fatto che le forze di sicurezza avrebbero "portato via" i familiari di Neda, la diciottenne uccisa da un colpo di pistola sparato dalla polizia. Altri raccontano di agenti di polizia che prendono a bastonate i manifestanti. Altri lanciano allarmi più precisi: "La polizia spara". E ancora: "Tutti gli ospedali sono circondati dalla milizia per controllare perché la gente ci entra, se per ferita da arma da fuoco o da manganello. Ti arrestano e ti picchiano".

Arrestati 25 giornalisti. Tra gli altri sono finiti in manette 25 giornalisti e dipendenti di Kalemeh Sabz, giornale di Moussavi autorizzato poco prima delle presidenziali e proibito dopo il contestato scrutinio.

Khamenei: "Non cederemo". Il regime non ha intenzione di cedere "in alcun modo" alle pressioni internazionali. "Tutti devono rispettare la legge. Il sistema islamico e il popolo non accetteranno ad alcun costo l'uso della forza", ha sottolineato Khamenei all'indomani, fral'altro, delle parole di condanna pronunciate dal presidente americano Barack Obama. Il ministro dell'Interno Sadeq Mahsouli accusa Washington: i "rivoltosi", afferma, sono finanziati dalla Cia e dal gruppo d'opposizione in esilio dei mujaheddin del popolo iraniano, oltre che manovrati dal "regime sionista".

La morte di Neda. Dopo aver sostenuto per giorni che le foto e i filmati erano fabbricati ad arte, per la prima volta la polizia iraniana ha ammesso che è stata effettivamente uccisa da un proiettile Neda Agha-Soltan, la giovane divenuta, dopo la morte, simbolo della protesta. Secondo alcuni testimoni, ad aprire il fuoco sulla folla sarebbe stato un uomo non ancora identificato, ma non un agente delle forze di sicurezza.

Il nobel Ebadi difenderà la famiglia di Neda - Il premio Nobel Shirin Ebadi, l'iraniana che dirige il Centro per la difesa dei diritti umani, una Ong attualmente al bando a Teheran, ha detto in un'intervista alla tv satellitare al-Jazira di essere pronta a "rappresentare legalmente" la famiglia di Neda Agha Soltan.

Le accuse dell'opposizione. Uso improprio di fondi pubblici, nomine pilotate tra gli organizzatori della consultazione, schede senza numero di serie, troppi timbri in circolazione, rappresentanti di lista dell'opposizione tenuti alla larga dai seggi dove forse sono arrivate urne già piene di voti. Queste le accuse contenute in un comunicato di tre pagine pubblicato sul sito di Moussavi. Nel testo, il "Comitato per la protezione dei voti" chiede la creazione di una "commissione", "accettabile per tutte le parti in causa", che operi "per esaminare tutta la procedura elettorale". Il documento denuncia "l'utilizzo su larga scala di mezzi del governo in favore del proprio candidato", il presidente Ahmadinejad.

Ufficiale: "L'Iran non sarà al G8". Il ministro Mottaki ha confermato che non parteciperà domani alla riunione allargata dei ministri degli Esteri del G8 a Trieste su Afghanistan e Pakistan. L'assenza era stata annunciata lunedì dal ministro degli Esteri italiano Franco Frattini. Che a proposito delle cronache giunte nel pomeriggio dalla capitale iraniana, ha commentato: "Notizie orribili, è un problema per la comunità internazionale".
(24 giugno 2009)da Repubblica.it sez.Esteri

In Iran soppressa ogni forma di protesta, persino un corteo per celebrare il lutto per i manifestanti morti nei giorni scorsi...
Temo che ci saranno altri morti. Questo è il volto duro, spietato del Regime che pretende il consenso con la forza! Prendiamone atto.

mercoledì 24 giugno 2009

Le streghe di San Giovanni



Le streghe di San Giovanni

Dal 23 al 28 giugno presso i giardini di via Sannio il Municipio Roma IX farà rivivere l’antica tradizione attraverso l’allestimento di un vero e proprio “villaggio delle streghe”, tutto incentrato sui saperi femminili: teatro, cinema, spazi per la valorizzazione della creatività artigianale ed imprenditoriale delle donne insieme ad un programma musicale incentrato sulla presenza artistica femminile.
Sarà possibile assistere ad esibizioni di trampolieri e giocolieri, spettacoli di teatro di strada e giocoleria, cabaret, lettura di poesie romanesche, spettacoli pirotecnici. Inoltre si potrà degustare piatti della cucina tipica romana ed ascoltare dell’ottima musica.
Il 26 giugno sul palco salirà Tosca, il 27 Lara Martelli, mentre in tutte le altre serate si esibiranno gruppi e cantanti che interpreteranno, sempre, almeno un brano tradizionale romanesco.
Per la realizzazione di questo evento il IX Municipio si è avvalso della collaborazione del Circolo degli Artisti e di Init, ai quali è stata affidata la direzione organizzativa, artistica e la programmazione musicale.
Il villaggio delle streghe sarà attivo tutte le sere a partire dalle 18 fino alla mezzanotte.
Per maggiori informazioni http://www.circoloartisti.it/FESTASTREGHE.

Ricordo il vecchio ritornello:" Tremate, Tremate...le Streghe son tornate!"

Auguri di Buon Onomastico ai Giovanni e alle Giovanne del web!

lunedì 22 giugno 2009

" L'ultima estate" di Cesarina Vighy


L'ultima estate di Cesarina Vighy

"Raccontare la propria vita? Che cosa banale, oggi. Ma il nostro pregiudizio cade di fronte al romanzo di Cesarina Vighy, L'ultima estate. Un'autrice di talento, esordiente a settant'anni passati da poco con un libro che durerà (e che ha già vinto il Premio Campiello Opera prima ed è in finale allo Strega). Lei è bravissima a rievocare e raccontare e insieme a interpretare. E non è cosa da poco, se si pensa alla materia narrata. Per il fatto che il suo personaggio, la signora Zeta, ovvero Amelia, detta Pucci, veneziana d'origine ma trasferitasi giovanissima a Roma, ha una grave malattia neurologica, la Sla, che nel tempo le ha inceppato la parola e tolto la deambulazione. Mentre Pucci non è altro che, purtroppo, il 'doppio' della narratrice: una vita che si esprime attraverso un'altra vita, speculare. Raccontarle, è un'impresa da far tremare vene e polsi. Il pericolo, il patetismo in agguato. Non succede. L’umorismo è la salvezza di questo ‘narratore onnisciente’, come lei si definisce, un po’ sul serio un po’ per gioco (chi conosce meglio di noi la nostra vita?) nelle ultime parole del romanzo. E che vita. Così piena di fatti, imprevisti, gioie e dolori. A partire dagli avi. Con un nonno materno, Giovanni, ‘inconsapevole Saturno che divora i suoi figli’, accanendosi con loro. Una madre cui il nonno nega gli studi, fermandola alla seconda elementare, ma, di più, vorrebbe negarle il suo destino di donna (‘adesso che porti le pezze, non crederai di comandare, puttana!’), al primo mestruo. Quanto a lei, Pucci, concepita fuori dal matrimonio (il papà avvocato, è già sposato con un’altra, ma vivrà poi con la mamma un'unione amorosa e felice per oltre 40 anni), lascia intrepida la famiglia e la sua città, per cercare dopo un incidente amoroso, di rifarsi una vita a Roma. Riuscirà, coronando, alla fine, il suo sogno di diventare bibliotecaria. E avrà la fortuna di attraversare Sessantotto e anni di piombo troppo adulta per lasciarsi coinvolgere (spassosissime le pagine sull'incontro con femminismo e femministe, gonnellone a fiori e zoccoli). Un marito di sette anni più giovane, 'con nessuna voglia di capire' il suo mondo, 'e tanto meno di entrarci'. Eppure il matrimonio tiene nel suo 'legame inestricabile'. Una figlia. 'Anni di quiete che si potrebbero chiamare anni felici se solo sapessimo, mentre la si vive, che quella è la felicità'. Perché poi, per Amelia detta Pucci, arriva la malattia. Sofferenza e grottesco, illusioni e paure: è il miscuglio di emozioni che la Vighy fa vivere alla sua protagonista. Lei, Amelia - ma anche la narratrice -, trova una sua nuova forza nel racconto. Sciorinando un gusto formidabile per l'aneddotica, in grado di ridare energia ai momenti più dolorosi. Così avviene nel capitolo Neurologia, ninfa gentile, dove ognuno dei sette, fra medici, professori e professoroni, dice la sua conducendo la paziente, fra occhio clinico e, spesso, goffaggine umana, verso il calvario. O quell'altro irresistibile capitolo intitolato I consigli di madame de la Palisse, serissimo e insieme faceto; dove dà 'una specie di decaloghetto portatile' ai 'principianti' e 'ai catecumeni' 'di questa mia e loro malattia'. L'attaccamento ostinato alla vita: è l'oggetto che la Vighy ci fa conoscere. Tuttavia, molto al di là del suo ruolo di (apparente) narratrice principiante. Persuasi come siamo che in lei viva una tradizione letteraria veneta bonariamnete ciarliera e amabilmente digressiva, che attraversa, tutta luci e ombre, febbrile e limpida, Goldoni e Nievo. Ed è a questi due grandi che la vogliamo affettuosamente unire." (da Giovanni Pacchiano, Vicissitudini di una Zeta, "Il Sole 24 Ore Domenica", 14/06/'09).

Il romanzo di Cesarina Vighy é al terzo posto tra i cinque finalisti al premio Strega 2009.
Io spero ardentemente che vinca per due motivi:1°- La scrittrice é proprio brava!2°- La Sua testimonianza di vita può essere un valido incoraggiamento a quanti condividono con Lei la terribile esperienza della Sla!
Auguri di cuore a Cesarina.

domenica 21 giugno 2009

21 giugno - ALS GLOBAL DAY



SMS SOLIDALE
a sostegno delle persone affette da Sclerosi Laterale Amiotrofica.
Campagna promossa da Viva la Vita Onlus
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Dal 15 al 26 giugno è attivo il numero 48585 per finanziare il progetto Fai Centro contro la SLA.
21 giugno - ALS Global Day. Onoriamo la giornata mondiale per la SLA finanziando il Centro SLA del Policlinico Umberto I di Roma!
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Con il sostegno di:
Fondazione Stefano Borgonovo
Rete Italiana delle Associazioni Sclerosi Laterale Amiotrofica

venerdì 19 giugno 2009

Un grido nella notte



Un grido nella notte

Capita che ci si svegli nella notte per un rumore improvviso, più di rado per un grido lontano, poi tutto tace e si riprende il sonno.
Di giorno le attività quotidiane ci sommergono e rumori e grida ci accompagnano con l’ovvietà della vita che scorre, chi ci fa caso?
Neanche le scritte che compaiono ogni dove sono più interessanti, si guardano, si catalogano rapidamente, non si “vedono”, tranne in casi del tutto fortuiti.
Un giorno però…
L’occhio mi è caduto su una scritta un po’ lunga, una specie di messaggio, vergato con mano agitata di fianco all’ingresso di un negozio, in uno spazio un po’ rientrante, come se l’autore avesse agito nascostamente, forse a stretto contatto con la saracinesca abbassata, di notte, sicuramente.
“Sono le 23,30 e da un’ora mi hai lasciato. Mi hai detto che devi tornare da tuo marito e tra noi è finita. Io senza di te non posso vivere…ti amo troppo, torna da me Veronica. Fabio”
Seguiva la data, quella del giorno prima.
Alle 22,30 Veronica aveva deciso…poi Fabio aveva lanciato il suo grido nella notte.
Nei giorni successivi la scritta era sempre lì, come se il proprietario del negozio avesse deciso che non poteva arrecargli alcun danno…di certo lui non aveva a che fare con nessuna Veronica, pensai. Poi ad un tratto la scritta scomparve, accuratamente cancellata da ripetuti lavaggi. Ma quel grido non mi usciva dalla mente…per me era come se la scritta fosse sempre visibile, con il suo carico di dolore e disperazione.
Forse Fabio si era rassegnato, o forse erano di nuovo insieme, lui e Veronica.
Parecchi giorni dopo, accanto ad un altro negozio una nuova scritta, la riconobbi subito…lo stile era inconfondibile.
“La mia vita è un inferno, Veronica torna da me! Sono venti giorni che non ti vedo, sto male. Fabio” ore 24. Seguiva un numero, 86.
Dunque la faccenda non era risolta…che pena! Fabio era ancora in giro a gridare il suo dolore…e Veronica? Aveva letto le scritte?
Insomma avrei dato non so cosa per saperne di più. E poi quel numero…poteva significare qualsiasi cosa!
Ad un tratto mi venne in mente che le scritte erano comparse lungo la stessa strada…forse Veronica doveva abitare lì, oppure per qualche motivo era lì che avrebbe potuto leggerle.
86 poteva essere un numero civico ( magari!) oppure una specie di codice privato, nel qual caso…
Dopo pochi giorni decisi di cercare lungo la strada quel numero, combattendo con la mia coscienza che mi suggeriva di lasciar perdere…(che diritto hai…? Sono fatti loro! Chissà quanti si “prendono” e poi si “lasciano”…E poi…non hai proprio niente da fare!)
Tutti argomenti validi, ma ormai per me Fabio aveva un volto, disperato, per giunta.
E Veronica, che immaginavo bellissima ma crudele, aveva giocato con lui per poi mollarlo!
Al civico 86 c’era un negozio di parrucchiere e, nascosto ma visibile, un nuovo messaggio:
“Ho deciso di farla finita! Senza di te non voglio vivere. Veronica, sei il mio AMORE PER SEMPRE. Fabio”
Ho pensato con orrore: - Si è ucciso! Mi sono sentita colpevole, per la mia curiosità, per l’accanimento a voler seguire una storia non mia.
Sull’altro lato del negozio spiccava una scritta di colore diverso: X Fabio “Veronica è una puttana e tu sei un COGLIONE!”
Qualcuno aveva fatto il mio stesso percorso oppure no, aveva solo letto la scritta e gli era venuto spontaneo di dire a modo suo: - Non farlo, non ne vale la pena, dimostra di essere un uomo! (Era più o meno quello che avrei voluto dire io).
Mi colpì la coincidenza, strana, dell’uso delle maiuscole, entrambi, Fabio e l’altro lo avevano usato per evidenziare il significato delle parole, queste poi avevano creato una relazione: AMORE-COGLIONE.
A ben pensarci, mi dissi, non è forse vero che l’amore può farci impazzire, fino a pensare che senza non ci resta che morire?
Sperai che Fabio avesse letto la risposta al suo messaggio…che Veronica avesse udito quel silenzioso grido.
Da quel giorno se mi capita di leggere una scritta, di qualsiasi genere, il cuore mi balza in gola, con gli occhi cerco avidamente una firma.
L’ultimo grido, affidato ad un foglio incollato su una cabina telefonica diceva:
“Si è perduto CICO, un pappagallino verde con la testa arancione, è molto socievole e risponde al suo nome”. Seguiva un numero di cellulare e la firma: FABIO, anni 10.
Il foglio è ancora attaccato sulla cabina telefonica, ormai è scolorito, ma nessuno lo stacca.
Chissà Cico dov’è…avrà risposto al suo nome?

giovedì 18 giugno 2009

Quando gli anni fiorivano di giugno di Jolanda Catalano


Quando gli anni fiorivano di giugno

Quando gli anni fiorivano di giugno
Con i papaveri nei campi e le ginestre,
temevo le parole che fluivano
nel dilagare molle di promesse
e muta, la voce, ingoiava il sentimento
nei timidi meandri del dolore
appena accennando con lo sguardo
itinerari lenti da venire.
Ora che strizzo le parole
come panni al fiume del passato
e divorandole le piego e le depongo
ai margini di un tempo che non viene,
vorrei poterle usare senza indugio,
senza timore d’essere reale.
Ma questa umanità che mi trattiene
e annienta anche il respiro più innocente,
mi chiude in un centro senza sbocco
dove vorrei ma non posso urlare.
E il rosso dei papaveri scolora
nel glicine dolce della malinconia
ora che il tempo più non può contare
attimi infiniti nell’eterno
evolversi e alternarsi di parole.

Da "La Tela di Penelope" a cura del Circolo Rhegium Julii

lunedì 1 giugno 2009

La vita è ora...di E.B.



La vita è ora…

Per la prima volta da oltre un mese mi sono svegliata con il ricordo preciso di un sogno.
Ero “tornata” nella mia casa, come una che va a trovare una cara amica, un’altra me stessa che mi aveva accolto con indifferenza, quasi con fastidio…continuando ad occuparsi delle sue/mie cose, rivelandomi una trasparenza che non credevo di avere.
Ora mi guardo intorno e fatico a capire…poi realizzo.
La mia casa è crollata, si è inginocchiata, non come si fa quando si prega, ma allo stesso modo in cui ci si rannicchia se qualcuno vuole picchiarti e tutto quello che puoi fare è cercare di ripararti il capo.
Il tetto è scivolato da una parte, come un cappello appoggiato male, le finestre sono occhi chiusi che nulla rivelano, la porta non c’è più…un enorme squarcio mostra con impudenza immagini di una vita dove l’invadenza e il soqquadro la fanno da padroni.
Sono tra i fortunati, i privilegiati, quelli che sono vivi. Non ho perso parenti, “solo” qualche caro amico che non ho più la forza di piangere.
Ho nuovi compagni di viaggio, la paura, l’abbandono, l’incertezza… insieme andiamo con passo incerto e ci teniamo stretti ad ogni scossa che si ripete.
Mi guardo le mani, hanno il dorso cosparso di piccole macchie simili a lenticchie sul fondo di un piatto…le braccia ossute si muovono all’interno di una tuta/pigiama troppo grande.
Intorno c’è rumore di gente che parla ad alta voce, qualcuno discute perfino!
Il soffitto è un cielo senza stelle, somiglia ad una ciotola capovolta.
La luce del mattino fatica a entrare, deve fendere l’aria spessa, densa di troppi fiati.
Ripeto dentro di me il refrain di una nuova canzone: La vita è ora…