domenica 25 maggio 2008

Rom: tutti uguali?

Voglio parlare dei Rom, prima di tutto per fare "mea culpa" per aver omesso il nome dell'autore della poesia "quattro chiodi" oggetto dell'ultimo post, e rimedio subito: la poesia è di Spatzo che nella lingua dei Sinti significa "uccellino, passero",un soprannome che richiama il senso della libertà e della precarietà che ha sempre caratterizzato la vita del poeta e del popolo Rom in generale.
Nella mia esperienza di docente ho spesso avuto alunni di etnia rom e sempre ho verificato che provenivano da famiglie estremamente dignitose e rispettose delle istituzioni, gente che riconosceva alla scuola un ruolo importante nella vita dei loro figli.
Oggi pare che i rom siano persone da cui guardarsi, nemici da allontanare, tutti sporchi e cattivi in ugual misura.
Forse io sono stata fortunata, oppure la verità è che per sentirci puliti e buoni abbiamo bisogno di far "pulizia" intorno a noi anzichè in noi stessi che al solo pensarci è compito assai più arduo?
L'altro da noi è un mondo che chiede di essere conosciuto, prima che giudicato.
Invito chi è interessato a documentarsi sulla storia dei rom. Suggerisco qualche ricerca e infine il sito www.vurdon.it.
Ho scoperto, tra l'altro, poeti, tradizioni, sentimenti e difficoltà di persone che rivendicano il loro diritto alla vita. Che c'è di male in questo?

sabato 24 maggio 2008

I quattro chiodi

Dice la leggenda:
Quattro chiodi erano forgiati
per far morire il Redentore.

Li vide una figlia del vento
che valicava il colle
nel suo andare per le strade del mondo.

Uno appena ne sottrasse
che il soldato non s'accorse.

E Lui così fu crocifisso
con tre chiodi soltanto.

Il quarto chiodo accomunò il dolore
dei Sinti al Redentore.

Dice la leggenda.

giovedì 15 maggio 2008

Silenzio

Il poeta R.Tagore scrisse nel lontano 1912 una piccola antologia di poesie e canzoni cui diede il nome di "Gitanjali" che significa "Offerta di canti". La piccola antologia valse a Tagore il premio Nobel per la letteratura nel 1913.
Voglio condividere con voi un canto che dedico ad una persona sempre presente nel mio cuore.

Se non parli riempirò il mio cuore del tuo silenzio
e lo sopporterò.
Resterò qui fermo ad aspettare come la notte,
con la sua veglia stellata
e il suo capo pazientemente chino.

Di certo verrà il mattino,
il buio svanirà e la tua voce si riverserà dal cielo
in torrenti dorati.

Allora le tue parole metteranno le ali
spiccando il volo da tutti i miei nidi d'uccello
e le tue melodie sbocceranno nei fiori di tutti i miei boschi.

venerdì 2 maggio 2008

Primavera

Riprendo a scrivere dopo un lungo silenzio, grazie soprattutto all'incoraggiamento costante di una carissima amica che non ha cessato di essermi vicina nei momenti di sconforto e tristezza che continuo a vivere, mio malgrado.
Lei mi ha aiutato, con dolci parole, ad aprire gli occhi sul volo delle rondini, sulla natura che immutabile nei suoi ritmi sempre si rinnova, e s'impone prepotente ai nostri sensi con nuovi, inattesi profumi, forme e colori.
Il mio cuore , stretto in una morsa tenace, solo a fatica riesce ora ad espandersi...devo profittarne.
Solo da poco riesco ad accorgermi che il cielo è di uno splendido azzurro, che il mio balcone è di muovo fiorito...che i semi piantati con scarsa fiducia si sono fatti largo nel terreno compatto per rispondere al richiamo della vita.
La Primavera comincia nel cuore? Per me è stato così! Il mio augurio a tutti è di riuscire a conservare un briciolo di primavera anche nel gelido e cupo inverno dell'anima. E' difficile, molto.
L'unica ancora è la Speranza che non deve mai venire meno.
Io spero...voglio continuare a sperare, perchè voglio vivere.